Ci presentiamo

Comunità

Siamo una comunità di studi dal carattere aperto, tendenzialmente orizzontale e non istituzionale. Siamo per lo più professionisti sanitari e dell’educazione e ci incontriamo periodicamente, oltre a tenerci in contatto, sia in presenza sia in forma telematica.
Condividiamo progetti ed esperienze di ricerca, terapia e formazione nella prospettiva di arricchire e stimolare i singoli percorsi personali dei partecipanti e di svilupparci come comunità.
All’interno della comunità, il Gruppo di Iniziativa Formativa si pone come nucleo di riferimento per il coordinamento delle diverse iniziative e per garantire continuità e propulsività al progetto culturale.

Progetto culturale

Aisthesis (termine greco che significa “sentire”, e da cui deriva la parola “estetica”) desidera essere un luogo generativo e promotore di una cultura dell’esperienza.
La nascita del nostro progetto risale attorno al 2004, come incontro periodico e informale di un piccolo gruppo di fisioterapisti. Nello scambio delle narrazioni delle pratiche cliniche e delle nuove intuizioni di senso, si manifestava l’anima di una nuova realtà di studi, che nel tempo si è proposta con iniziative, nomi e strutture diverse: Circolo Nuove Frontiere Riabilitative, Scuola di Riabilitazione Fenomenologica, ora Aisthesis Ricerche del Corpo Vivente.
Con questa nuova struttura, che pone al centro l’Estetica dell’esperienza, intendiamo andare oltre la categoria dei riabilitatori, e aprirci in modo più esplicito anche alle realtà che già pongono a tema l’esperienza del corpo vivente.
Nella quotidianità dell’esperienza formativa e terapeutica e nelle interazioni della Comunità di studi si generano pratiche e saperi da coltivare con cura: la novità e l’unicità delle esperienze può aprire a percorsi di senso originali che chiedono di essere preservati, ma anche trasformati e comunicati con azioni creative.
L’elaborazione e la proposta di occasioni formative accompagnate sistematicamente dalla scrittura e dalla riflessione dell’esperienza, la lettura coinvolta di testi, l’esposizione attraverso questo sito e i contatti mediante la newsletter, sono alcune delle modalità con cui desideriamo andare oltre l’orizzonte dei percorsi di apprendimento personali o per gruppi ristretti, in direzione di una comunità aperta.

Corpo vivente

Il corpo così come si dà nella vita quotidiana personale e di relazione, o corpo vivente, ci rivela l’insufficienza della visione biomedica del corpo macchina.
Il corpo della vita quotidiana non si riduce ad essere un oggetto funzionale, ma è il punto di inizio di ogni esperienza percettiva, affettiva e di valore.
Il corpo vivente è insieme il corpo che io sono (con cui mi identifico) e il corpo che ho (di cui mi prendo cura). Esso si presenta come un essere integrale inscindibile, dotato di luoghi continui tra loro che si compongono secondo gesti e disposizioni in relazione significativa con la situazione in cui si trova.
Nell’esperienza formativa e terapeutica occorre quindi rapportarsi a tali aspetti in modo consapevole e riflessivo, non limitandosi alla diagnosi medica e non imprigionandosi in schemi interpretativi precostituiti.

I piani del senso integrale dell’esperienza

L’esperienza corporea quotidiana si presenta come un intreccio unitario in cui possiamo riconoscere fenomeni e significati di natura estetica, etica e simbolica.
Fenomeni tipici di un’estetica dell’esperienza sono l’essere toccati emozionalmente, la sintonia o il disagio, il clima di una situazione, gli inviti spontanei che ci provengono dalla forma delle cose percepite.
Altri fenomeni spontanei dell’esperienza quotidiana riguardano il valore che attribuiamo alle cose e agli eventi e che portano ad agire eticamente: rispettare la dignità, legittimare la differenza, aver cura dei bisogni, promuovere le possibilità, coltivare relazioni solidali. L’intreccio unitario dell’esperienza corporea si tesse spesso secondo forme di natura simbolica, capaci di generare significati creativi nuovi e imprevedibili. Modi espressivi molto comuni della funzione simbolica sono le metafore, l’immaginazione, l’associazione spontanea. Esse oltre a integrare i diversi piani di esperienza, suggeriscono intuizioni e orientano campi di possibilità.
In tal modo ogni esperienza formativa e terapeutica non si limita al raggiungimento di obiettivi ma si apre alla novità e all’unicità originale del soggetto.

Esperienza e ricerca esperienziale

All’origine dei nostri progetti formativi e terapeutici sta una riflessione sull’idea di esperienza, concepita come relazione di senso consapevole e incarnata, coinvolta e progressiva fra la persona come corpo vivente e il suo ambiente di vita. È così che nei confronti di ogni iniziativa poniamo come premessa il criterio metodologico dell’esperienzialità: partire dal contatto vivo con le cose come condizione primaria, proseguire con un’analisi dei temi dell’esperienza, e con il supporto di tali temi proiettarsi verso nuove possibilità di esperienza. In questo processo dal carattere induttivo e circolare, dove incontriamo l’esperienza come origine e come esito, i temi rappresentano il passaggio intermedio non astratto ma incarnato e in grado di metterci in connessione con i valori fondanti dell’esperienza.
Dal riconoscimento dell’esperienzialità come criterio primario dei nostri percorsi formativi e terapeutici, è conseguita la consapevolezza che essi possono essere intesi e realizzati come forme di ricerca esperienziale. Questa non sorge da ipotesi teoriche da dimostrare, ma da un sentimento di stupore interrogativo da parte di un soggetto coinvolto nel continuo darsi e sottrarsi dei fenomeni dell’esperienza, in una relazione integrale corpo-a-corpo.
Da qui un metodo tutto esperienziale, in cui s’intrecciano i moventi conoscitivi primari del ricercatore: sensibilizzarsi (sperimentare e quindi comprendere con il corpo proprio), orientarsi (rivolgersi al mondo – incontri, letture, memorie … – per recepire ispirazioni preliminari sul tema indagato), coinvolgersi (esplorare sistematicamente il tema, facendo parte a pieno titolo del campo di ricerca), riflettere (analizzare i fenomeni emersi nell’esperienza diretta e i testi prodotti come resoconti narrativi e dialogici, facendo emergere il senso di temi essenziali).

Cambiamento formativo e terapeutico

L’esperienza formativa e terapeutica si presenta come un campo multiforme e imprevedibile, ricco di potenzialità, ispirazioni, scoperte; e anche di vincoli, vuoti, disorientamenti. In un campo così complesso prende forma la trama dell’esistenza personale. In quest’ottica si palesano i limiti insiti nei tradizionali programmi formativi e nei rigidi protocolli di trattamento.
Aisthesis si propone come progetto che riconosce la potenzialità formativa e terapeutica insita nell’esperienza del cambiamento. Questa potenzialità formativa e terapeutica è tale nel momento in cui il cambiamento aderisce a un’esigenza personale e si caratterizza come processo di natura aperta e integrante. Il cambiamento è un fenomeno che rimanda a una duplice prospettiva: quella personale della cura sensibile e consapevole di sé, e quella intersoggettiva della condivisione con una figura formativa e terapeutica. Nessuno si forma e si cura da solo.
Coerentemente a tale presupposto, il nostro gruppo nel corso del tempo ha sperimentato e sviluppato strategie mirate a favorire e guidare il cambiamento formativo e terapeutico: sospendere i saperi precostituiti; supportare l’altro a esprimere la genuinità del sentire personale; non anticipare le conoscenze, ma predisporre percorsi di scoperta; recuperare ed esplicitare la genesi corporea dei fenomeni formativi e terapeutici; riconoscere le qualità espressive e i valori associati al sentire personale; attivare processi di comprensione riflessiva; far emergere nuove intuizioni dall’incontro fra differenze; favorire l’integrazione fra i diversi piani di senso dell’esperienza.